Esame di coscienza di un letterato

Esame di coscienza di un letterato

di Renato Serra

Introduzione di Dario Pontuale

Edizione Multilingue
Traduzioni: Oscar Briou, francese/Daniel Clarke Flynn, inglese/Eduardo Aladro, spagnolo
Collana Entroterra | Vogliamo parlare all’Europa
Formato 12X19
Pagg. 164/ Euro 12.00
ISBN 978-2-931144-02-2
Giugno 2021

Audio-video intervista con i traduttori

Esame di coscienza di un letterato riproposto in quattro lingue in un’unica edizione,  è un discorso aperto sul senso di prendere parte alla guerra, sulla coscienza morale e sulla necessità  di essere contemporanei.

Colpito da una pallottola in fronte a trentuno anni, durante la terza battaglia dell’Isonzo, Renato Serra non era consapevole del prezioso contributo che il suo approccio avrebbe dato alla nostra letteratura. Di indole pigra, inconcludente, scontroso, restio alle scadenze lavorative, d’animo riservato, scettico verso la comune opinione, Serra resta una delle figure più complesse del Ventesimo secolo. In lui c’è l’assidua ricerca di un’identità non soltanto letteraria, ma principalmente umana, che lo pone in uno stato di permanente disadattamento con la vita e con il mondo. Il suo è uno sguardo limpido e assoluto sulle cose, risolto con l’onesta lucidità intellettuale della ragione che si realizza in un’inesorabile incertezza dei principi capaci di governare le azioni umane.

Renato Serra. Nato da Pio Serra e Rachele Favini, la sua famiglia era benestante e di tradizione risorgimentale: suo nonno, Giuseppe Favini, fu patriota delle Cinque Giornate di Milano. Si formò presso il Regio Liceo Ginnasio Vincenzo Monti di Cesena dove concluse gli studi a sedici anni, senza sostenere l’esame di maturità per via degli altissimi voti. i laureò in Lettere nel 1904 con una tesi sullo “Stile dei Trionfi del Petrarca”. Fu anche allievo dell’Istituto di Studi Pratici e di Perfezionamento a Firenze. Nel 1915, in piena guerra, Serra scrisse l’Esame di coscienza di un letterato.

Richiamato alle armi il 1º aprile, giunse al fronte il 5 luglio, ancora sofferente per i postumi di un grave incidente automobilistico occorsogli il 16 maggio. Inquadrato, col grado di tenente, nell’11º Reggimento Fanteria della Brigata “Casale”, combatté col proprio reparto nel settore del Podgora, presso Gorizia, partecipando alla Seconda e alla Terza battaglia dell’Isonzo. Nel corso di quest’ultima, il 20 luglio 1915, rimase ucciso in combattimento sul monte Podgora a Gorizia, a soli 31 anni.

Informazioni

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